La Chiesa di Ramici

 In Itinerari naturalistici

Tempo di percorrenza: 15 minuti in Bici | 40 minuti a piedi | 10 minuti in auto

Nostro Giudizio: Molto suggestiva

La Chiesa doveva esistere già prima del 1508 quando è citata per la prima volta nei documenti. L’Edificio però ha perso completamente il suo aspetto iniziale a causa degli interventi di restauro subiti nel corso dei secoli; è difficile di conseguenza poter proporre datazione e ipotesi circa l’impianto originario della struttura.
Nel Consiglio del 26 dicembre del 1560 la Chiesa di S. Maria di Romici viene definita per la prima volta “Santuario” e nello stesso anno (14 gennaio 1560) viene indicato come “ Heremitorio di S. Maria di Ramici “.
Le fonti storiche sottolineano una grande devozione della piccola Comunità di Lugnano nei confronti di questo luogo che era protetto da disposizioni statutarie e avvicendato da molteplici interventi della stessa Comunità a difesa del proprio “ Ius Patronatus “ nei confronti sia di privati ma anche delle stesse autorità politiche e religiose.
La Chiesa possedeva beni e terreni amministrati da “ Santesi “ (Fattori) che la Comunità elegge nel 1538 per governare meglio il piccolo Santuario.
L’11 gennaio 1539 i due santesi eletti, Ascanio Zefiro e Giulio di Basilio, all’inizio del loro mandato, fanno un inventario dei beni mobili della Chiesa, fra le quali figurano oggetti liturgici come “ quattro toaglie de uno altare tre toaglie de un altro altare, uno Messale de carta pecorina un paramento dipinto con una + ( croce )” ma anche “una bolla de carta pecora con molti sigilli” e botti, tini , bigonzi con un “ porchettello “ quindici galline e un gallo “ne lo cellaro”.

L’inventario riconferma i possedimenti della Chiesa e una certa definizione logistica: c’è la Chiesa e c’è anche un cellaro, che può anche definirsi come cantina, “ magazzeno ” e anche cella per dormire.
E’ indicata anche una chiesina indicata come cantina e la presenza di un secondo altare, per il quale c’erano “ tre toaglie “.
Queste indicazioni fanno supporre che la chiesa abbia sicuramente subito delle trasformazioni nel corso degli anni.

Costante è l’impegno, per tutto il 1500, nella ricerca di un frate o di un “ Heremita da messa ” al quale la Comunità concede in locazione la chiesa con i suoi possedimenti a condizione che lo stesso “faccia obbligazione a bonificare detto luogo” e “ aumentare i redditi dei suoi beni ” con l’obbligo in alcuni casi di celebrarvi gli “offici divini”.
Così si avvicendano Frate Rufino (1550), Frate Jeronimo di Massa ( 1550 e 1554), Frate Bernardo “ franzese persona certo nobile e virtuosa “ (1553), Frafello Serafino di Pianello de lo Abruzzo e Fratello Janni Gallo di Villari (1553), Fratello Jon Angelo di Santo della Terra di Bettona (1555), finchè nel 1558 si stabilisce che se non si trova “ un heremita da messa “ disponibile “ si dia in custodia ad un bono lavoratore quale habi stare sempre in nel loco et custodire, lavorare la vigna et altri beni di essa Chiesa et li frutti di detta vigna l’habia partire per mezzo et il terreno seminando parteno li convicini et se decto lavoratore non fosse bono et non si portasse bene, che si possa levare ”.
Poi per un lungo arco di tempo non abbiamo più notizie dell’edificio, tantomeno della cura dei suoi beni.

E’ il Catasto Gregoriano del 1819 ad informarci che la Chiesa di Ramici e i suoi possedimenti appartenevano ai Canonici della Chiesa “Collegiata”.
Nel 1865, invece, risulta che l’intera proprietà sia del Demanio Nazionale che nel 1868 cede l’intera partita a Ludovico Bufalari che, a sua volta nel 1888, venderà al Conte Giovanni Vannicelli.
La Famiglia Vannicelli deterrà il possesso di questi beni fino agli anni della Guerra Mondiale, dopodiché si assisterà ad una divisione di tali possedimenti a più proprietari.
Attualmente la proprietà del Santuario è tornata alla Comunità di Lugnano.

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